di Robert Stromberg
USA, 2014
La vera storia de “La bella
addormentata nel bosco” vissuta dal punto di vista della strega Malefica. Una
nuova prospettiva e soprattutto nuove conclusioni e retroscena. I buoni non
sono poi così bravi e i cattivi, in fondo, hanno un cuore più tenero del
previsto.
La Walt Disney mette a segno un
nuovo record di incassi con questa favola epica densa di creature fatate, re
potenti e principesse in pericolo. La brughiera misteriosa ospita la più
potente delle fate, Malefica che delusa e tradita dall’amore si trasforma in
una strega malvagia finchè…
Ancora una volta una riedizione
in chiave moderna di un classico per le famiglie non tanto gotico ma abbastanza,
da rivolgersi ad un target dai pre-adolescenti in poi. La computer grafica fa
miracoli ancora una volta regalando una fotografia da vera favola e riuscendo a
trascinare lo spettatore sulle ali della fantasia e non solo. La versione 3D
promette brividi ma soprattutto vertigini. Le immagini botticelliane degli
abitanti del bosco tripudiano nei controluce di Maleficent oltre le nuvole, ma
la sincera verità è che il film brilla della stella di Angelina Jolie,
bellissima e altera nonostante i tratti deformati. Il suo personaggio fiero ed
elegante, giustifica la ferocia che la trasfigura poichè tradita nel sentimento
più dolce e profondo. La sua vendetta che esplode nella scena del maleficio
alla principessa, vale tutto il film per perfezione espressiva ed esattezza di
tempi scenici; purtroppo dura troppo poco e il film si sbrodola in lungaggini
ed immelensimento della stessa Malefica che diventa oltremodo buona. Troppo.
La dark side di ogni spettatore non è appagata da quest’inversione di
tendenza e la delusione c’è; cosi come non convince Elle Fanning come
Principessa Aurora, al limite dell’ebetismo. Ancora peggio gli altri interpreti
dalle fatine troppo ridicole al principe Filippo che così imbranato non se lo
ricordava nessuno.
Bella la figura del re Stefano,
devastato dall’arrivismo e dall’ambizione.
I costumi in pelle di serpente,
latex e quant’altro meritano una menzione, così come le favolose ali della
strega che vivono di vita propria. Piccole chicche che ricordano però altre
cattive doc quali Catwoman e gli X-Men, ad esempio. Le ispirazioni ad altri
fantasy ci sono e molte: dalle citazioni di Fantasia
ai Barbalberi del Signore degli
Anelli, l’elenco è lungo.
Per quanto concerne il messaggio
disincantato dove “non si vive più felici e contenti” con la famiglia e per il
quale “l’amore vero non esiste”, potremmo sollevare qualche dubbio perché se è
giusto non indorare la pillola alle generazioni future è anche giusto
lasciargli almeno qualche speranza.
Maleficent è una rappresentazione
teatrale con qualche ombra ed alcune luci fra le quali, la più fulgida, lo sguardo perfido della sua
protagonista.
Così-così.
Il film mi è piaciuto. Anche se le metafore sono semplici (si tratta pur sempre di una favola, seppure in chiave moderna), ho trovato "il taglio delle ali" un elemento molto forte, cha va oltre la classica delusione sentimentale. Credo che sia un film sulla prevaricazione maschile, e sulla depressione. Il vero maleficio è proprio su Malefica, una donna che in seguito alla caduta - causata dall'egoismo di un uomo - da un mondo di sogno e di libertà, si ritrova incapace di provare qualunque forma di sentimento. Malefica è depressa, cade in un baratro di buio e solitudine, diventa "cattiva". Aurora sarà uno specchio, che a fatica le farà recuperare il suo sè perduto. E' anche un film sul sentimento materno al di là del sangue. Molto attuale. E molto intenso.
RispondiEliminaElena