“Ci sono film che non si vedono su di uno schermo. Ci sono scene che sei obbligato a vivere e sulle quali non puoi chiudere gli occhi. Che ti porti dentro e che riaffiorano nei momenti di quiete, oppure, portate da una scintilla casuale. Ogni vita per miserevole che sia è l'unico vero film del quale saremo mai attori e registi. Nel quale non sempre riusciremo a decidere ruoli e finali ma che porteremo sempre con noi, impresso nella memoria più profonda, unica ed esclusiva. Nessuno potrà interpretarci né leggerci bene quanto potremo fare noi stessi che siamo i soli ad avere la visione più ampia e totale delle cose. Il nostro pianto, il nostro dolore, rimangono incisi più a fondo di qualunque altra gioia perché è solo da questi che può nascere la forza di reagire. La nostra carezza più intima sarà il ripercorrere questi fatti scandalosi o tragici con la tenerezza di chi segue fatti destinati ad essere, con la sola certezza che siano inevitabili. Essere per continuare ad essere.”

giovedì 20 dicembre 2012

Una famiglia perfetta

Una famiglia perfetta
di Paolo Genovese
Italia 2012

Interno giorno.
Uno ad uno entrano in scena i componenti di una famiglia italiana, impegnati nei preparativi della vigilia di Natale. Casa da rivista e modi garbati. Poi arriva Leone e d'un tratto qualcosa s'inceppa.
Inizia così il film di Paolo Genovese, da qualcuno definito una commedia all'italien per indicare quel tipo di commedie un pò più sofisticate di quelle italiane che strizzano l'occhio ai modi sagaci del miglior Ozòne.
Le prove d'attore di nomi del calibro di Castellitto, Giallini e anche perchè no, Gerini, sono supportate da un'ottima sceneggiatura che se dapprima punta tutto sulla commedia, tiene in caldo un colpo di scena dietro l'altro, condito da cambi di direzione e nuovi elementi che porteranno solo nell'ultima scena al totale chiarimento del senso del film.
Molto divertente.
E' la commedia degli equivoci a partire dal fatto che la "famiglia perfetta" innanzitutto non è una famiglia ma solo una compagnia teatrale scritturata da Leone per oscuri motivi. Niente volgarità ma un sottile gioco delle parti che impegna gli interpreti fotogramma per fotogramma chiedendo a turno, ad ognuno di loro, di diventare protagonista. E lo fanno talmente bene che ci si riesce ad appassionare alle singole vite un pò come accadeva nei film di Monicelli; casale in Umbria o in Toscana cosa cambia? Le vicende s'intrecciano e si dipanano come colori su di una tavolozza per dare un affresco spumeggiante e realistico, seppur nella finzione della finzione. Un meta-film centrato sul teatro, ma l'unica vera rappresentazione è quella della vita e, se la commedia rimane il tema di fondo, a tratti spuntano note drammatiche con piccole incursioni nella vita dei personaggi che vogliono essere una riflessione su quella di ognuno di noi.
Un pò ruffiano forse? Forse sì, ma la storia è rappresentata in maniera così divertente ed interpretata così bene che si può concedere qualche scivolone nello sdolcinato senza però risultare mai squilibrato.
Carino, finalmente un film che, pur uscendo sotto le feste di Natale, non ci fa rimpiangere di esser rimasti a casa davanti alle luci dell'albero.

La sequenza sulle regole della tombola è imperdibile.

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