“Ci sono film che non si vedono su di uno schermo. Ci sono scene che sei obbligato a vivere e sulle quali non puoi chiudere gli occhi. Che ti porti dentro e che riaffiorano nei momenti di quiete, oppure, portate da una scintilla casuale. Ogni vita per miserevole che sia è l'unico vero film del quale saremo mai attori e registi. Nel quale non sempre riusciremo a decidere ruoli e finali ma che porteremo sempre con noi, impresso nella memoria più profonda, unica ed esclusiva. Nessuno potrà interpretarci né leggerci bene quanto potremo fare noi stessi che siamo i soli ad avere la visione più ampia e totale delle cose. Il nostro pianto, il nostro dolore, rimangono incisi più a fondo di qualunque altra gioia perché è solo da questi che può nascere la forza di reagire. La nostra carezza più intima sarà il ripercorrere questi fatti scandalosi o tragici con la tenerezza di chi segue fatti destinati ad essere, con la sola certezza che siano inevitabili. Essere per continuare ad essere.”

sabato 24 novembre 2012

In the mood for love

In the mood for love
di Won Kar Wai

Interessante l’uso della colonna sonora.
Un ritmo lento e ipnotico, ma al tempo stesso convulso, al punto da coinvolgere lo spettatore nello stato d’animo dei protagonisti. Un tango di poche note che s’inseguono ripetutamente senza raccontare mai nulla di nuovo ma sussurrando una melodia malinconica.
Una canzone che parla di nostalgia di tempi passati e rimpianto per occasioni perdute.
Le note sembrano dipingere, su una tela immaginaria, i passi timorosi degli amanti, nella direzione del loro destino, e poi subito ritrarsi, per indietreggiare e non lasciare spazio ai sentimenti.

Difficile parlare di amanti.
Non una scena documenta esplicitamente incontri amorosi, né baci appassionati, ma l’emozione che traspare dall’incontro dei loro sguardi, è così forte da non lasciare nulla all’immaginazione.
C’è paura nei loro gesti; entrambi soffrono per non aver mai realmente conosciuto l’amore, e il fatto di incontrarsi all’improvviso, e scoprirsi così incredibilmente simili e fragili, li fa sentire nudi l’uno di fronte all’altra.
…E così oscillano, come le note della canzone, senza mai incontrarsi realmente.
La paura d’amare è più forte di quella di vivere per sempre senza amore, e così, mentre le loro vite si allontanano, si guardano pensando a quelle parole mai dette.

Una storia struggente, che rende impotenti davanti alla rinuncia all’amore.
Ancora più terribile la speranza che accompagna lo spettatore fino all’epilogo:”Quissas, quissas, quissas”.

I tubini di Maggie Cheung diventano icona cinematografica accarezzati dallo sguardo di Tony Leung.

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